Valore del bianco e nero nella fotografia astratta

Quando si parla di fotografia in bianco e nero, una delle prime cosa alla quale si pensa, sono i magnifici ritratti di Helmut Newton o gli splendidi paesaggi realizzati da Ansel Adams; entrambi, iconici fotografi del XX secolo.
Accanto a loro si sono succeduto tanti altri fotografi, non meno importanti, che hanno dato grande lustro alla fotografia monocromatica.
Mentre l’uso del bianco e nero, nella prima metà del XX secolo, era una necessità, in seguito, con l’avvento del colore, la fotografia policromatica è entrata con prepotenza nella vita
dei fotografi.
Allora ci chiediamo: quali sono i motivi per continuare a scattare in bianco e nero? e, soprattutto, quali sono i soggetti che traggono maggior beneficio dall’uso del bianco e nero?
Non meno importante è l’individuazione delle tecniche fotografiche che vengono valorizzate attraverso un approccio monocromatico.
Una tecnica che sembra trarre grande vantaggio dall’uso del bianco e nero è la fotografia astratta. Volendo qualificare meglio il termine, diciamo che si tratta di una tecnica
fotografica con la quale si trasformano oggetti comuni in forme astratte attraverso l’abile manipolazione di luce, composizione e prospettiva.


Il bianco e nero, in quanto non fedele rappresentazione “cromatica” della realtà, potenzia il senso di astrazione dell’opera, risultando particolarmente adatto ad assecondare l’intento concettuale ed evocativo dell’artista.
Molti grandi fotografi, che hanno fatto dell’astrazione la loro cifra stilistica, proprio attraverso l’uso del bianco e nero hanno ulteriormente accentuato il valore evocativo e
concettuale delle loro opere.
Tra questi possiamo ricordare Man Ray con i suoi fotogrammi e solarizzazioni; Alfred Stieglitz, con le sue fotografie di nuvole e paesaggi astratti; Aaron Siskind, con i suoi primi piani astratti di superfici urbane e dettagli naturali e, non da ultimo, Hiroshi Sugimoto, la cui fotografia si caratterizza per la rappresentazione di interni bui e minimalisti.
Rispetto all’astrattismo, che rappresenta un movimento artistico che rifiuta la rappresentazione figurativa della realtà, l’astrazione in fotografia è una tecnica (o l’insieme di più tecniche) utile a creare immagini non figurative.
Vale la pena ricordare che l’astrattismo nasce nel XX secolo spinto anche dall’avvento di moderni strumenti di riproduzione meccanica (la fotografia in primis) con l’intento di creare opere pittoriche e plastiche che esulano dalla rappresentazione di oggetti reali. In questo modo si cerca di mettere una distanza tra quanto producibile meccanicamente e quanto realizzabile dagli artisti (la fotografia, all’epoca, non aveva ancora unanimemente raggiunto la dignità di forma d’arte).
Da allora, di tempo ne è passato e la fotografia, nel frattempo, è diventata a pieno titolo una forma d’arte che, con l’avvento del digitale, ha guadagnato nuovi strumenti creativi che hanno permesso di ampliare le potenzialità artistiche anche in chiave di astrazione.
Nel periodo in cui esisteva solo la fotografia analogia le tecniche più in voga per realizzare immagini astratte erano: l’esposizione multipla dei negativi, il mosso creativo in sede di scatto, la sovra/sotto esposizione dei negativi. In camera oscura (fase di sviluppo e stampa dei negativi) avevamo la solarizzazione, la sovrapposizione di più negativi e altri oggetti. In seguito, con l’avvento del digitale, grazie ai moderni programmi di fotoritocco, abbiamo acquisito la capacità di stravolgere completamente l’estetica dei nostri scatti.

Allora ci chiediamo, con tutta questa “potenza di fuoco”, rappresenta ancora un valore aggiunto, nel mondo della fotografia astratta, il realizzare immagini in bianco e nero?
Se pensiamo che l’assenza del colore permette di valorizzare le forme e le geometrie di un’immagine (i colori rappresentano per l’occhio umano una forte attrattiva che pone in secondo piano gli altri elementi presenti in un’immagine) e se queste forme e geometrie rappresentano l’elemento portante dell’immagine, allora la risposta è ancora
“sì”. Anche oggi, il bianco e nero, se abilmente padroneggiato, può rappresentare un valore aggiunto per realizzare immagini astratte di forte impatto.
E quindi, con buona pace dei fautori della scomparsa della fotografia monocromatica all’epoca dell’introduzione della fotografia a colori, siamo nuovamente a festeggiare l’eterna giovinezza ed attualità della fotografia in bianco e nero.